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Visita al cantiere del Chiostro di San Francesco di Stampace (Cagliari).

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Cagliari, ruderi del Convento di S. Francesco di Stampace

Cagliari, ruderi del Convento di S. Francesco di Stampace

Nel mese di dicembre 2015 è stato possibile visitare il cantiere del “restauro conservativo e recupero funzionale” dei ruderi del Convento di San Francesco di Stampace, grazie alla disponibilità dell’imprenditore Carlo Scano, proprietario dal 2012 del complesso storico, fra i più rilevanti beni culturali di Cagliari.

Cagliari, Convento di S. Francesco di Stampace, interno del Chiostro

Cagliari, Convento di S. Francesco di Stampace, interno del Chiostro

San Francesco di Stampace.

Il Convento di San Francesco di Stampace, di singolare impronta romanica e gotica, ha una storia antichissima, risalente al XIII secolo, ed era uno dei luoghi religiosi più rilevanti della Cagliari medievale e spagnola, grazie anche ai numerosi lasciti nobiliari, fra cui quello di Violante Carroz, marchesa di Quirra, ivi sepolta come il resto della casata. I numerosi dipinti fortunatamente scamparono alla rovina che travolse la struttura nella seconda parte del XIX secolo e oggi sono esposti alla Pinacoteca nazionale di Cagliari.

Dopo le norme abolitrici dell’asse ecclesiastico (1850-1867), il Convento divenne caserma dei Carabinieri (1861), anche se nella Chiesa si continuava a dir messa. Nel 1871 un fulmine fece crollare il campanile, seguito nel 1875 da parte del tetto e delle strutture murarie. La Chiesa venne così smantellata, il pulpito di Carlo V (1535) finì alla vicina Chiesa di San Michele e l’intero convento, dopo un la predisposizione di un progetto di recupero poi abbandonato per l’eccessivo investimento previsto, sarà in seguito sdemanializzato e alienato a privati, in parti.

Per decenni l’area e i ruderi sono stati occupati dalle più disparate attività (sede del P.S.d’Az., deposito auto, magazzini, pompe funebri, ecc.) in una situazione di degrado sempre maggiore.

Cagliari, Convento di S. Francesco di Stampace, stemma PSd'Az di Aligi Sassu

Cagliari, Convento di S. Francesco di Stampace, stemma PSd’Az di Aligi Sassu

Nei primi anni duemila la Regione autonoma della Sardegna (Presidente Renato Soru, Assessore alla cultura Maria Antonietta Mongiu) valutò l’ipotesi dell’esercizio del diritto di prelazione (artt. 60-62 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), ma non se ne fece nulla, in assenza di alcun progetto di recupero e di successiva gestione (comprensivo di piano economico).

Cagliari, Convento di S. Francesco di Stampace, cartello inizio lavori

Cagliari, Convento di S. Francesco di Stampace, cartello inizio lavori

Il progetto di restauro conservativo e di recupero funzionale.

Nel 2012 il complesso è stato acquistato dall’imprenditore Carlo Scano con la finalità di realizzarvi un progetto di restauro conservativo e recupero. Per effettuare un recupero filologico della struttura, è stata effettuata una preventiva approfondita analisi storica e architettonica da parte di un gruppo di lavoro dell’Università degli Studi di Cagliari (Facoltà di Architettura) coordinato dalla prof. Caterina Giannattasio. Il successivo progetto è stato predisposto dall’arch. Massimo Faiferri, dello Studio Professionisti Associati s.p.a. (composto dal Antonio Cabras, Aldo Vanini, Carlo Caredda, Massimo Faiferri e collaboratori) per conto della Colors s.r.l., di cui è titolare Carlo Scano. Prevede, secondo notizie stampa e soprattutto secondo quanto confermato direttamente dall’imprenditore, spazi espositivi, un ristorante, il bookstore e la foresteria attraverso il recupero di spazi e volumi.

L’obiettivo finale è quello di aprire un nuovo spazio culturale, con una collezione di arte moderna ed eventi pubblici, sotto l’egida della Fondazione Scano-Lecca e le gestione operativa affidata a una cooperativa.

Quel che resta del Convento di San Francesco di Stampace è un bene culturale (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), il progetto ha acquisito il parere positivo condizionato della Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio di Cagliari (nota prot. n. 9317 del 27 giugno 2014) e, in seguito a conferenza di servizi tenutasi presso il S.U.A.P. del Comune di Cagliari (agosto 2014), il permesso di costruire n. 8177/2014 del 14 agosto 2014. I lavori sono iniziati nel febbraio 2015 e vengono seguiti continuativamente dalla Soprintendenza cagliaritana.

Cagliari, Convento di S. Francesco di Stampace, cartello inizio lavori

Cagliari, Convento di S. Francesco di Stampace, cartello inizio lavori

I rapporti con il piano paesaggistico regionale e gli strumenti urbanistici comunali.

L’art. 2, comma 3°, della legge regionale n. 19/2013 specifica che “gli interventi di restauro richiamati nella legislazione regionale vigente sono da intendersi anche quelli volti alla ricostruzione di edifici la cui preesistenza sia desumibile da cartografia storica, dal catasto o da specifico repertorio fotografico, anche se gli elementi fondamentali dell’edificio (muri perimetrali, solai e/o coperture) siano fisicamente venuti meno nel tempo”: si tratta proprio del caso dei ruderi del Convento, con varie parti venute meno nel corso dei secoli. L’art. 49 delle norme di attuazione (N.T.A.) del piano paesaggistico regionale (P.P.R.) consente “sino all’adeguamento dei piani urbanistici comunali al P.P.R. … sui manufatti ed edifici esistenti … gli interventi di restauro e risanamento conservativo” sui “beni paesaggistici” ricadenti nelle aree caratterizzate da edifici e manufatti di valenza storico-culturale (art. 48 delle N.T.A. del P.P.R.), sempre previa autorizzazione della competente Soprintendenza.     Ed è ancora il caso del complesso del Convento, in colpevole decennale assenza di adeguamento del P.U.C. di Cagliari al P.P.R. e con un piano particolareggiato del centro storico solo recentemente adottato in una situazione di dubbia legittimità.

Cagliari, Convento di S. Francesco di Stampace, volta a crociera

Cagliari, Convento di S. Francesco di Stampace, volta a crociera

Prospettive.

Il Soggetto privato prosegue nell’attività di recupero del complesso, in tanti, invece, vorrebbero l’esproprio o la permuta da parte della Regione per l’acquisizione del bene culturale al patrimonio regionale.

In linea teorica, tutto giusto e bello.   Ma, in pratica, pesano molto gli esempi negativi, a iniziare dall’acquisto di Villa Laura (Villa Cossu-Murru) per un importo di 1.9 milioni di euro e il cantiere Cocco, sede di tombe romane sul Viale S. Avendrace, porta dell’area sepolcrale di Tuvixeddu, e oggetto di permuta con altri immobili di proprietà regionale.

In ambedue i casi il degrado permane da anni, nonostante la spendita di milioni di euro di fondi pubblici. Il fatto che la Regione abbia acquisito beni culturali di primario interesse non ha assicurato finora alcun risultato positivo.

L’attività di “restauro conservativo e recupero funzionale” dei ruderi del Convento di San Francesco di Stampace vede ben presenti condizioni e sorveglianza da parte della Soprintendenza. Non c’è dubbio che sia necessario seguire con estrema attenzione la prosecuzione dei lavori e la successiva gestione, ma una demonizzazione aprioristica dell’attività (legittima in quanto autorizzata) svolta una volta tanto da un soggetto privato nel recupero di un bene culturale “privato” alla fruizione collettiva appare ben poco logica.

Occhi aperti (noi li terremo spalancati) e buon senso. Magari Cagliari, dopo centotrent’anni, potrà riavere un suo bene culturale fruibile.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

Cagliari, Chiesa di San Francesco di Stampace (XIX sec.)

Cagliari, Chiesa di San Francesco di Stampace (XIX sec.)

(foto d’epoca, S.D., archivio GrIG)


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